Una stagione… capovolta

Presenza quasi assoluta di turisti Italiani da Veneto e Lombardia. Drasticamente diminuiti gli stranieri

Lo sciroccale del 31 agosto che per tre giorni ha portato freddo e pioggia battente, temporali, anche trombe d’aria sui litorali veneziani e nell’intero Nordest, mettendo a dura prova la tenuta e l’organizzazione delle nostre spiagge, aveva fatto temere una fine prematura dell’estate in questa già disastrosa stagione 2020.

Ed invece il mese di settembre si è rivelato, dal punto di vista meteorologico, il più bello di tutta la storia recente, con giornate di bel sole caldo, tiepide serate, cieli tersi con nessuna nuvola all’orizzonte e tramonti sublimi. Fino all’equinozio del 21 settembre, perché da lì in poi è di fatto arrivato un gelido autunno, che ha dichiarato la fine dei giochi. 

Bel tempo che ha favorito l’arrivo sulle nostre spiagge –  e finalmente –  anche di Tedeschi e Austriaci, i quali si sono sommati ai tantissimi vacanzieri Italiani – in massima parte veneti e lombardi.

Appunto, Veneti e Lombardi.

Come avevamo già spiegato, il turismo di Caorle si è sempre imperniato su un 68% di stranieri (e di questi la gran parte sono Tedeschi e Austriaci) e 32% di Italiani. 

Quest’anno il rapporto si è più che capovolto, con un buon 80% di Italiani e un 20% di stranieri (e la quasi totale assenza di Ceki, Polacchi, Danesi, Olandesi, Svizzeri, Ungheresi, ecc…).

Ben sappiamo che i viaggi di vacanza all’estero per i cittadini europei sono stati molto sconsigliati (vedi i casi di Spagna, Grecia, Turchia, Croazia, ed anche Sardegna) e ciò ha favorito il fenomeno del turismo domestico, ossia entro i confini nazionali. E degli Italiani giunti a Caorle quest’estate, oltre ai tanti ospiti affezionati e fedeli negli anni alla nostra località, se ne sono aggiunti molti che ci venivano per la prima volta – i quali spesso chiedevano informazioni tipo: «Da che parte è il mare ? – Da che parte si va per il centro storico?…» – e ne sono rimasti parecchio affascinati; dunque auspichiamo possano tornarci anche negli anni a venire.

Ma ovviamente, senza stranieri non si va da nessuna parte, né per Caorle (9ª località più turistica d’Italia) né per tutto il sistema turistico nazionale.

Il vero punto dolente, però, sono stati i bilanci.

Il forte stato di incertezza e disorientamento dei mesi di marzo/aprile, ha creato diverse situazioni drammaticamente allarmanti. Da un lato non si sapeva se la stagione sarebbe mai iniziata. Dall’altro – se come auspicato si fosse partiti almeno con luglio – si aveva la consapevolezza di vedere azzerati i mesi di maggio e giugno, con ristoranti chiusi, alberghi, centri vacanze, agenzie immobiliari tutti chiusi e in attesa di poter ripartire. 

A fronte della consapevolezza che le entrate sarebbero state falcidiate, ogni azienda ha dovuto fare i conti provvedendo anche ad un taglio drastico delle uscite, ovvero i costi di esercizio, e in primis le assunzioni di personale, che sono state praticamente dimezzate, lasciando a casa non solo gli stagionali più precari (come quelli a chiamata) ma anche gli immigrati da paesi est europei o asiatici.

L’imperativo è stato quello di limitare le perdite a percentuali accettabili; ma il sovraccarico di lavoro è stato tutto sulle spalle dei titolari, per una stagione che ha portato molti allo sfinimento, sia fisico che psicologico.

Adesso è il momento di tirare i bilanci e l’auspicio è che si possa guardare con un minimo di sollievo a questa disgraziata stagione e con un po’ di oggettiva fiducia per la prossima, che auspichiamo possa già iniziare (e alla grande) con la Pasqua del 4 aprile 2021.