Il Simposio internazionale si svolgerà dal 20 giugno al 1 luglio.

L’idea di lasciare il segno della propria arte scultorea nei massi di trachite della scogliera di Caorle venne al trevigiano Sergio Longo, che nel 1992 scolpì Nettuno, il Dio del Mare. Nel 1993 si decise di organizzare un simposio con l’obiettivo di trasformare nel tempo la Scogliera in una galleria a cielo aperto.
Scrisse l’allora Vicesindaco e Assessore al turismo Luca Manzini nel libretto dedicato alla quinta edizione di ScoglieraViva che si svolse nel 1997: «Quando nel 1993 venne ideata la prima edizione di questo concorso internazionale di scultura, probabilmente pochi intuivano il peso che l’aggettivo “Viva” avrebbe avuto nell’affiancare il nome dato alla manifestazione. Quasi per un fenomeno fantastico la scogliera di Caorle ha assunto un movimento proprio, una “vita” tanto impensabile per dei blocchi di pietra quanto perfettamente percepibile. Gli occhi hanno visto nascere dagli inerti massi i “sogni” dell’immaginario in una trasformazione della materia che invade gli spazi e determina nuovi orizzonti. Eppure la cosa più singolare è stato constatare che “ScoglieraViva” affermava, edizione dopo edizione, la sua più totale e piena appartenenza alla realtà della città di Caorle quale testimonianza delle aspirazioni e dei sogni di questo antico borgo di mare.
Alla sensibilità degli scultori che hanno donato la loro arte a Caorle e alla disponibilità di tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della manifestazione va il mio ringraziamento.»
ScoglieraViva oggi
Oggi, trent’anni dopo, la ScoglieraViva si presenta come una vera e propria galleria d’arte in riva al mare, unica nel suo genere in tutto il mondo, e caratterizza uno dei luoghi più suggestivi della città.
Ai concorsi di scultura hanno partecipato nel corso degli anni artisti provenienti da ogni parte del mondo, a riprova di quanto preziosa sia considerata la ScoglieraViva.
Nell’ultima edizione del 2021, la 20esima, hanno partecipato Elena Saracino con la sua opera “Mutazione”, il cui concetto vuole esprimere il cambiamento fisico continuo di ogni elemento in natura; il russo Peter Zaytsev con l’opera “Social Distance”, che ricorda il periodo pandemico dove l’uomo cerca di difendersi mantenendo la distanza sociale; infine Cosimo Scotucci, con l’opera innovativa “Flutti”, una composizione di gemme blu fotoluminescenti incastonate negli scogli.
Purtroppo il tempo non ha lasciato scampo e queste gemme non sono più presenti negli scogli, ma le fotografie a testimonianza rendono un effetto suggestivo.