Tre secoli di storia a Ca’ Corniani

Presentato il nuovo libro di Paolo Francesco Gusso

«Questo lavoro lo dedico a mio padre Pietro, dipendente di Generali per ben 32 anni, che, sono sicuro, ne sarebbe stato molto fiero».

Quattro anni di studio e ricerche, hanno ritrovato la luce con la stesura del libro Ca’ Corniani”, ultima opera dell’arch. Paolo Francesco Gusso, presentata sabato 18 luglio nell’ex granaio del complesso rurale di Genagricola.

682 pagine in cui immergersi per scoprire, grazie alle parole dell’autore ed ai documenti riportati, la storia di questo borgo che ancora oggi mantiene inalterata l’identità culturale per chi vi è nato e vissuto, e suscitando un discreto fascino per i visitatori.

La storia di questa landa, fino agli inizi del XVII secolo fatta di lagune, specchi vallivi e paludi, inizia il 18 giugno 1718, allorché i fratelli Cottoni (famiglia di origine greca che, dopo aver ottenuto un’ingente fortuna grazie al commercio, si trasferì a Venezia) acquistarono all’asta della Repubblica di Venezia sette “Prese”, comprese tra l’attuale canale Brian e il fiume Lemene, per un totale di 4.500 ettari di laguna.

La Terza e la Quarta Presa corrispondono a quella che oggi è la Tenuta di Ca’ Corniani, in tutto 1.800 ettari di terre all’epoca paludose o vallive.

Ai fratelli subentrarono due nipoti e poi i figli di questi. La Quarta Presa, di quasi 1.200 ettari, fu ceduta all’Ospedale dei Mendicanti di Venezia, per il pagamento del prestito iniziale, e poi acquistata da Bonomo Algarotti, che alla sua morte nel 1766 lasciò tutto alla figlia Maria la quale aveva sposato un Corniani. Le terre rimasero ai suoi 4 figli, che però le frequentavano solamente per battute di caccia e pesca, mentre i Cottoni diedero il via alla bonifica.

I Corniani iniziarono ad affittare le proprie terre fino a venderle del tutto nel 1841 ad un affittuario, Daniele Milani, che a sua volta nel 1846 le cedette a Girolamo Lattis, il quale intendeva trasformarle in risaie. Trovandosi poi in difficoltà, l’imprenditore vendette tutto alle Assicurazioni Generali nel 1851.

I protagonisti indiscussi di questo primo periodo furono il direttore generale Samuele della Vida e l’ingegner Daniele Francesconi, che costruirono vari edifici per un totale di 30.000 mq edificati. Da punto di vista idraulico realizzarono varie chiaviche per lo smaltimento delle acque in modo naturale. Ma non ottenendo risultati soddisfacenti pensarono di eliminare le risaie. Nel 1869 divisero il territorio in quattro parti, ognuna con una pompa di asciugamento automatico azionata da pompe a vapore, anche qui, senza raggiungere la massima efficienza. 

Nel 1875 il direttore della Vida si ritira in pensione e l’ingegner Francesconi muore. L’ingegnere idraulico Attilio Spada viene incaricato di realizzare la bonifica a scolo meccanico e realizza moltissime opere. Aumentano le case coloniche ed i mezzadri, che arrivano a 83 a fine secolo (la mezzadria verrà mantenuta fino al 1993).

Dopo gli ingenti danni della prima guerra mondiale, che provocarono l’allagamento dell’intero territorio, nel 1920 la situazione anteguerra viene ripristinata. Viene costruita la strada tra Ca’ Corniani e Ca’ Cottoni e nel 1927 viene inaugurato il Ponte delle Bilance. La popolazione aumenta fino a toccare i 2.000 abitanti e durante la seconda guerra mondiale viene scongiurato un secondo allagamento.

Finita la guerra la modifica dei rapporti tra mezzadri e proprietà, il boom industriale e lo sviluppo turistico di Caorle comportarono un progressivo abbandono delle campagne, causando lo spopolamento di Ca’ Corniani che oggi conta poco più di 100 abitanti.

Nel 1974 nasce, infine, Genagricola e la gestione odierna che conosciamo.

 

Un nuovo incontro si terrà giovedì 20 agosto alle ore 20.45, sempre a Ca’ Corniani.