San Marco Patrono di Venezia

La leggenda del trafugamento delle Sacre Reliquie

In occasione dei 1600 anni dalla nascita di Venezia occorsi il 25 marzo 2021, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto inoltrare un messaggio d’auguri rivolto alla Città e ai suoi Cittadini, attraverso il programma televisivo “1600 Venezia Speciale Anniversario” trasmesso da Rai 2 in collaborazione con il Comune di Venezia e il Teatro La Fenice.

«Sono lieto di rivolgere il mio messaggio di auguri a Venezia e a tutti i Veneziani – è il saluto del Presidente Mattarella – che festeggiano quest’oggi la significativa e importante ricorrenza dei 1600 anni dalla fondazione. 

Venezia, per l’Italia e per il mondo, è da sempre una città emblematica che ha incessantemente evocato fascino, bellezza, arte, intraprendenza, libertà e buon governo.

Una città, la più bella del mondo, come la definiva lo storico Martin da Canal già nel XIII secolo, senza mura e senza esercito, capace di estendere la sua influenza molto al di là del suo limitato territorio. Un successo globale attestato non soltanto dai veneziani celebri nel mondo: Marco Polo, Vivaldi, Tintoretto, Tiepolo, Bellini, Goldoni. Ma anche dall’attrazione, dal fascino che la città lagunare ha da sempre esercitato nei confronti dei più importanti uomini di cultura di ogni tempo: da Shakespeare a Goethe, da Byron a Stendhal, da Wagner a Thomas Mann, per citarne soltanto alcuni.

Da sempre ponte fra Oriente e Occidente, luogo di incontro privilegiato tra civiltà, culture, popoli e regioni, Venezia rimane e certamente rimarrà simbolo di dialogo, di incontro, di conoscenza, capace di trovare nella universalità e nell’apertura, nella cultura e nell’intraprendenza, la sua vocazione, il suo radicamento. Ecco perché la storia e il successo di Venezia nei secoli si presentano come un esempio per l’Italia di oggi.

Venezia è una città veneta e italiana, giustamente fiera della originalità e della unicità delle sue radici e delle sue tradizioni. Ma il suo carattere e la sua universalità fanno sì che la città oltrepassi i confini regionali e nazionali. Venezia appartiene al mondo intero, il suo patrimonio inestimabile di arte e di cultura va difeso e preservato, ma vanno sostenuti e rilanciati anche la sua peculiare vivacità e la sua economia, il suo essere insieme comunità locale forte e coesa e punto di riferimento internazionale. Non una città museo dunque, ma una città piena di vita e dinamismo, perché Venezia non può esistere senza i veneziani

Il mese di marzo ha dunque serbato una data fondamentale per Venezia, e aprile non è da meno. Come ogni anno, infatti, la città lagunare si prepara alla celebrazione del 25 aprile e del suo simbolo di maggior rilievo: il patrono San Marco, il cui leggendario e avventuroso arrivo a Venezia merita sempre di essere rievocato.

Trafugamento del corpo di San Marco di Jacopo Tintoretto (1562-66), Gallerie dell'Accademia, Venezia

Era l’anno 828 d.C. quando una spedizione mercantile partì da Venezia diretta verso il Medio Oriente. Da questa flotta, si staccò una nave, che a bordo ospitava Buono da Malamocco e Andrea detto Rustico. Il loro obiettivo era impadronirsi delle reliquie di San Marco e condurle a Venezia. La città, ancora “fanciulla”  ma in fase di ascesa, necessitava di un santo protettore da venerare e la figura dell’evangelista Marco sembrava perfetta per quel ruolo. La tradizione narra che Marco, discepolo di San Pietro, sarebbe stato da quest’ultimo inviato ad Aquileia per procedere all’evangelizzazione dell’area nord-orientale della penisola italiana. Concluso il suo compito, Pietro lo richiamò a Roma, ma durante il viaggio per nave Marco fu costretto da una bufera ad approdare su un isolotto denominato Rivo Alto (l’odierna Rialto), dove il futuro santo ricevette la visita di un angelo che gli riferì le seguenti parole: «Pax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum». Pace a te Marco, mio Evangelista, qui riposerà il tuo corpo.

Sempre secondo la leggenda, l’ultima tappa della vita di Marco fu Alessandria d’Egitto, dove contribuì alla nascita della comunità cristiana. Fu proprio lì che subì il martirio ad opera di un gruppo di pagani, i quali però non riuscirono a cremarne il corpo, che fu salvato da un improvviso temporale. I fedeli cristiani poterono quindi trarre in salvo il corpo di Marco, che trovò riposo in un santuario nella località di Ta Boukolou (Boucoli), sobborgo portuale di Alessandria.

Tale santuario potrebbe essere stato distrutto durante l’invasione araba avvenuta a metà del VII secolo, ma le reliquie furono tratte in salvo e condotte presso il santuario di Alessandria dove furono recuperate dagli avventurieri veneziani.

Buono e Rustico giunsero infatti al luogo di sepoltura di San Marco, dove ne conobbero i padri custodi, Staurazio e Teodoro. Essi informarono i due mercanti della precarietà delle reliquie in questione: il califfo, infatti, era intenzionato ad abbattere delle chiese cristiane per riutilizzarne colonne e marmi in fase di costruzione di nuove moschee.

I veneziani proposero loro di trarre in salvo le reliquie dell’evangelista, sostituendole con quelle di Santa Claudia, e condurle insieme in salvo a Venezia.

Così fu deciso: le reliquie di San Marco furono nascoste in ceste di vimini, coperte con foglie di cavolo e carne di maiale, che le guardie arabe, considerandola impura, non avrebbero toccato.

Dopo aver affrontato un travagliato viaggio di ritorno, gli eroi veneziani ricevettero un’accoglienza trionfale al cospetto di doge e vescovo, i quali salutarono l’arrivo del Santo assieme ad una grande folla di fedeli.

Le spoglie di San Marco riposarono a Palazzo Ducale fino alla costruzione della Basilica a lui consacrata. Fu anche questa una storia tormentata, con la ricostruzione del 978 in seguito all’incendio avvenuto nella rivolta del 976 e infine l’edificazione della magnifica struttura attuale voluta dal doge Domenico I Contarini. 

E proprio la consacrazione della Basilica nella sua ultima forma reca una leggenda altrettanto curiosa: quella del ritrovamento delle reliquie di San Marco.

Correva l’anno 1094 e la nuova Basilica era pronta per essere inaugurata. Mancava solo un dettaglio: il luogo in cui erano state nascoste le spoglie del santo, nel corso degli anni, era caduto nell’oblio. Le voci che narrano il miracoloso ritrovamento della cassetta contenente le sacre reliquie sono tante: alcune narrano di come il marmo di un pilastro della navata destra si spezzò improvvisamente, rivelando il tesoro; altre dell’apparizione del Santo in persona. Giacomo Casanova, nelle sue memorie, racconta dell’apparizione del Leone alato sulla colonna che celava i resti.

Le leggende marciane accompagnano ogni anno i festeggiamenti del 25 aprile (considerato tradizionalmente il giorno della morte di San Marco), assieme alle numerose usanze che hanno preso piede in territorio veneziano nel corso degli anni: dal bócolo di rosa da offrire all’amata alla frittata di San Marco. L’augurio è che in questo tormentato inizio di 2021, San Marco possa essere una giornata di distensione che ci regali un po’ di luce all’orizzonte.