Paolo Padovese ingegnere in Argentina

Dopo numerose esperienze nel mondo e in Italia (tra cui la Tav in Val di Susa), ora dirige la costruzione dell’acquedotto più grande del Sudamerica per 4 milioni e mezzo di persone

Paolo Padovese con la moglie Andrea e la figlia Milena.

Tra le eccellenze caorlotte, in campo ingegneristico edile spicca senza dubbio Paolo Padovese.

41 anni, figlio dell’ing. Antonio, Paolo è cresciuto a Caorle dove ha frequentato asilo, scuole elementari e medie e giocato a calcio nel settore giovanile del Calcio Caorle. Alla facoltà di Ingegneria Civile di Udine si è laureato nel 2006, iniziando a lavorare nello studio di ingegneria Padovese & Bellinazzi, acquisendo le basi della professione grazie agli insegnamenti dei colleghi ed in particolare di papà Antonio.

Fin da bambino, tuttavia, guardando il mare di Caorle, spinto dalla curiosità, si chiedeva sempre “cosa ci fosse aldilà dell’orizzonte”. Per questo inviò il curriculum ad alcune importanti Imprese di costruzioni per andare a lavorare all’estero.

LE PRIME ESPERIENZE IN AFRICA

Nel 2007 fu contattato da una impresa per andare a lavorare in Africa: era la possibilità sognata. Partì alla volta di Capo Verde (un arcipelago al largo delle coste del Senegal) per lavorare come tecnico alla costruzione di una strada e di un tunnel nell’isola di S. Antao. 

Dopo un anno di esperienza, fu inviato a dirigere l’ufficio tecnico di un progetto in Libia, nella zona predesertica di Tripoli, consistente nella costruzione di un hangar per la fabbricazione di elicotteri. L’esperienza in Africa fu estremamente difficile, sia per l’ambiente ostile (dovendo affrontare temperature superiori ai 55° ed i venti caldi del Sahara), sia per le grandi differenze culturali proprie del paese.

L'ing. Paolo Padovese con il TBM per il tunnel della TAV Torino-Lione a Chiomonte in Val di Susa.

IN ITALIA E NEL MONDO

Fu quindi contattato da una delle più grandi imprese di costruzioni Italiane per vivere e lavorare a Ravenna, con la possibilità di viaggiare e conoscere diversi paesi (come Germania, Cile, Thailandia, Laos) per presentare diverse proposte tecnico-economiche e studiare opere di alta complessità tra le quali la diga più alta del mondo, strade, ponti, viadotti e gallerie.

LA TAV

Nel 2011 gli fu proposto di andare in Val di Susa per dirigere la realizzazione del cunicolo esplorativo di Chiomonte della ben nota TAV Torino – Lione. Il cantiere era fermo da oltre 8 anni a causa degli scontri avvenuti tra le forze dell’ordine e gli abitanti della valle contrari all’opera. 

Si trattava di un tunnel esplorativo da realizzarsi nel bel mezzo delle Alpi di lunghezza pari a 7 km. 

La realizzazione del cunicolo era estremamente difficile e tecnicamente sfidante, in quanto prevedeva che lo scavo venisse eseguito con una macchina TBM – “tunnel boring machine” – da roccia (le grandi frese perforatrici automatizzate che scavano e rivestono in forma automatica le gallerie) e prevedeva una profondità di oltre 2.000 m, il che rendeva il tunnel uno dei più profondi al mondo. Inoltre, al suo interno si sarebbero incontrate temperature superiori ai 50 gradi per effetto della grande profondità dell’opera. L’esperienza fu estremamente intensa, con  la possibilità di gestire più di 400 persone tra impiegati ed operai, sindacati, enti pubblici e gruppi interforze (antimafia, finanza e polizia) a livello nazionale. Ha incontrato praticamente tutti i Ministri dei diversi governi italiani che si sono succeduti nel tempo e che sono andati a visitare il cantiere, lavorando sempre con la massima attenzione alla sicurezza dei lavoratori e all’ambiente, senza prendere alcuna posizione politica nei riguardi dell’opera.

E POI IL SUDAMERICA

Nel 2017 ha contribuito a vincere un appalto in Argentina. L’impresa pertanto lo incaricò di andare a Buenos Aires per creare dal nulla la filiale della compagnia e sviluppare commercialmente l’area sudamericana.

Il lavoro attualmente in corso è uno dei più importanti del Sudamerica e consiste nella realizzazione di un tunnel di 13,5 chilometri da costruirsi con due TBM (frese meccanicate) ed una stazione di pompaggio. Il sistema trasporterà acqua potabile a tutta la zona sud di Buenos Aires, una zona estremamente povera della città e carente di molti servizi, in cui ci sono diverse baraccopoli chiamate “villas”, e distribuirà acqua di qualità a più di 4,5 milioni di persone, che attualmente vivono senza un allaccio alla rete pubblica.

Vista l’importanza, l’opera è stata visitata più volte anche dal Presidente della Repubblica Argentina Alberto Fernández con il quale Padovese ha avuto più volte la possibilità di discutere in merito ai lavori in corso e alla situazione socio-economica del paese.

L'ing. Paolo Padovese con il TBM per costruire l'acquedotto di Buenos Aires.
Cerimonia e presentazione del cantiere al Presidente e ai Ministri del Governo della Repubblica Argentina.

LA VITA IN ARGENTINA

«È bello veder crescere, con lo sforzo comune di tutti, un progetto che servirà alla comunità. Oggi, stiamo dando lavoro genuino a piú di 1.500 persone che direttamente o indirettamente sono legati al nostro progetto. Grazie anche all’apporto dei colleghi espatriati stiamo formando molti tecnici e molti operai specializzati che stanno avendo l’opportunità di migliorare la loro vita. In questi mesi siamo riusciti ad acquisire un altro lavoro ed a breve acquisiremo altri 10 km di tunnel che estenderanno la copertura del servizio. Sono molto orgoglioso del gruppo di lavoro che ho creato e dei risultati fin qui raggiunti. 

Con me tra l’altro lavora anche un altro caorlotto: Paolo Gobbi – responsabile di produzione – e una persona legata al nostro paese per aver fatto qualche “stagione”: Alberto Bordin di Feltre. Con loro mi ritrovo spesso in cantiere per parlare, di fronte ad un caffé, con affetto di Caorle e le sue novità. 

L’Argentina è un paese molto grande, con tante attrazioni turistiche da visitare. Buenos Aires è una città di oltre 16 milioni di abitanti, molto dinamica ed offre tantissime possibilità. La città non dorme mai e ci sono moltissimi luoghi per divertirsi o mangiare ottimamente. 

Peccato che il paese attraversi sempre, con cicli ripetitivi, grandi crisi finanziarie, principalmente dovute ad un cattiva politica ed a una scellerata gestione delle sue enormi risorse naturali. Questo determina che il paese sia ricco di  contraddizioni, infatti la società è fortemente divisa: in tutte le città, in un intervallarsi costante, ai quartieri ricchi si contrappongono quelli più poveri.

Attualmente il paese sta nuovamente vivendo una fase molto complicata che spero possa essere superata velocemente. Questo desiderio oggi è ancora in me più forte in quanto in questo paese ho conosciuto mia moglie Andrea, una ragazza italo-argentina, ed è nata, da pochi mesi, la mia bellissima bambina Milena. Oggi siamo molto molto felici.»

Selfie con il Presidente argentino Alberto Fernández.

IL LEGAME CON CAORLE

«Tutti i giorni la prima cosa che faccio quando vado al lavoro è cercare notizie su Caorle. Appena posso cerco di rientrare per rivedere la famiglia, gli amici ed il mare, al quale sono visceralmente legato. 

Quando torno a Caorle sento sempre una sensazione di pace e felicità ma anche di nostalgia forse perché, in fondo al mio cuore spero di poter tornare. Chissà… magari… un giorno.»