Per affrontare assieme ai genitori degli studenti tematiche come crescita personale, futuro e sport. Un gremito pubblico ha assistito alle interessanti serate al PalaExpomar.

Per la prima edizione del “CaorlEducAzione Festival” sono stati invitati degli ospiti d’eccezione, tra cui il comico Paolo Cevoli, lo psicologo Vittorino Andreoli e l’ex coach della Nazionale italiana di pallavolo Mauro Berruto.


Paolo Cevoli
Giovedì 28 Aprile è stata la volta di Paolo Cevoli, che non ha tardato molto a farsi riconoscere. Un argomento importante come l’educazione delle future generazioni non lo si associa direttamente ad un commediante e Cevoli ha stupito tutti, parlando della sua infanzia e di come sia stata influenzata dai genitori, dai nonni, dai professori e dagli amici. Ha spaziato raccontando l’Odissea e l’Iliade, si è spinto in Egitto per raccontare l’esodo degli ebrei attraverso il film “I dieci comandamenti” visto da ragazzo al cinema, fino ad arrivare ai suoi nipoti e a com’è oggi cambiato il modello educativo, e l’ha fatto facendo ridere e applaudire i numerosi spettatori giunti al Palaexpomar.
Il fulcro del suo monologo si può riassumere in una frase che ha ripetuto spesso: «Si deve parlare ai ragazzi con un linguaggio che possono capire, loro sono i frutti dell’albero, per crescere hanno bisogno della linfa che arriva dalle radici, e le radici sono la comunità.»

Vittorino Andreoli
Venerdì 29 è stato ospite lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli. Il professore veronese ha trattato il tema dell’adolescenza partendo dalla pubertà, dal cambiamento del corpo dei ragazzi che si trovano davanti allo specchio una persona nuova che non riconoscono, e che fa loro paura. La persona allo specchio non è più uguale ai compagni, potrebbe non essere accettata. Questo segna l’inizio della fase più importante quanto spaventosa nella vita di un individuo.
Non bambino, non uomo, con una concezione del tempo completamente differente da quella dei genitori, è frustrante per tutti, in particolar modo per chi ancora non ha un’identità. La paura dell’esclusione dal gruppo, della solitudine, le parole che cominciano ad essere sostituite dai silenzi; silenzi che i genitori si devono sforzare di capire e di amare, l’affetto non deve mai mancare, deve essere un punto fermo.
È importante che un genitore faccia sentire ai figli anche il suo dolore in modo che il figlio lo possa aiutare, un ragazzo si deve muovere, deve avere qualcosa da fare e sentirsi utile per attraversare questo periodo nel modo meno traumatico possibile.
«L’educazione non è buttare dentro ma tirare fuori» (cit. Maria Montessori). Ha chiuso il suo intervento rivolgendosi in particolar modo agli adolescenti di Caorle che oltre a subire tutti i cambiamenti legati alla loro età lo devono fare con l’alternanza tra vita tranquilla (invernale) e stagione estiva con l’apporto di nuovi adolescenti, tra diversi modelli con cui confrontarsi, dove la difficoltà è ancora maggiore. Ecco allora il suo appello alla comunità:
«State vicini ai ragazzi e voletegli bene, fateglielo capire e fateli sentire utili e necessari.»

Mauro Berruto
Ha concluso il ciclo di incontri l’ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo, bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, presentando un punto di vista nuovo su ciò che lo sport può dire e come ci può educare.
«Comporre squadre – ha spiegato Berruto – significa scegliere persone, dare loro un obiettivo comune, e cercare di raggiungerlo. In ogni campo sportivo, ma anche in attività sociali. Chiunque esercita quel gesto sta facendo l’allenatore.»