Una Mostra permanente nei locali del centro Bafile con 45 esemplari dello storico marchio italiano. Protagonisti anche di un epico viaggio a Capo Nord nell’estate 2007 con le Falcone durato 17 giorni

Le sale a pian terreno del centro culturale “A. Bafile” ospitano una mostra permanente di Moto Guzzi d’Epoca.
Autentici pezzi da museo, appartenenti alla “Collezione Spirio” alias Adriano Trevisan, caorlotto colonnello Genio Alpini in quiescenza, il quale assieme al fratello Gino e agli amici di sempre Giovanni Marafon e Romolo Molena – i quali fanno parte del Club Ruote del Passato di Pordenone, che conta ben 1.300 soci iscritti – ha allestito questa mostra con buona parte della sue 48 motociclette del prestigioso marchio di Mandello Del Lario (Lecco).

Moto Guzzi è una tra le più acclamate aziende italiane di motociclette, fondata il 15 marzo 1921 da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi (dal 2004 assorbita dal Gruppo Piaggio) divenuta famosa con i suoi modelli militari impiegati in epoca bellica, ma anche su strada, grazie all’assoluta affidabilità dei motori e componenti solidi e curati. Ne è un esempio la California V7 Special, impiegata dalla nostra Polizia di Stato, ma anche acquisita dal Los Angeles Police Department – L.A.P.D. con la versione Ambassador 750 per celebrare la vittoria su Harley Davidson, BMW e giapponesi.
Famose le versioni “militari”, quali l’Airone 250 (del 1939) con 30 mila esemplari costruiti, e le forniture al Regio Esercito dei modelli Alce, Trialce e Airone Militare. Dopo il conflitto mondiale nasce il Guzzino (1946 – 50 mila esemplari), il primo con motore a 2 tempi, e quindi il Falcone (1950) modello storicamente più famoso con cilindrata 500cm3, che rappresenterà per molti anni il sogno dei motociclisti italiani e non di meno europei.

Ecco perché un militare come Adriano Trevisan si è così tanto appassionato alle Guzzi, anche se il tutto è nato quasi per caso nel 1985, acquisendo un veicolo dal Parco Veicoli Inefficienti di Campalto, partecipando assieme ad altri quattro amici alla gara formale per l’acquisto di una moto: era una Nuovo Falcone.
Poi ne ha acquistato una seconda, una Le Mans (che apparteneva ad un amico caorlotto) e via così, fino a specializzarsi in Moto Guzzi assieme al motorista Mario Bolzan, che lo ha aiutato soprattutto nel recupero di accessori e nella messa a punto dei motori, spesso fermi da decine di anni.
«È un sogno che si realizza – ci racconta Adriano – e questa mostra di fatto è un museo monomarca poiché sono tutte Motoguzzi. Ma poiché la Piaggio s.p.a., proprietaria della Motoguzzi, non concede l’uso del brand, il museo è intitolato genericamente alla moto d’epoca e alla collezione Spirio, che è il nostro soprannome di famiglia. Sono esposti 45 modelli, dalla “normale” della prima metà degli anni ‘20 alla più moderna California ad iniezione elettronica. Non manca il classico Falcone l’Astore, la Superalce, il Falcone sport ed il Galletto, moto semi carenata in forze a molti parroci di città e di campagna.

La sede, messa a disposizione dall’Amministraizone comunale di Caorle, è la prestigiosa ex scuola “Bafile” in pieno centro storico, proprio dove i turisti fanno la passeggiata serale e lo shopping del dopo cena. Sono tre le sale dedicate alle Motoguzzi, nelle varie loro fasi di evoluzione. Nell’ultima sala, con la dotazione della migliore tecnologia multimediale, sono previste riunioni e conferenze sulla storia della Motoguzzi e sulle sue imprese sportive. Imprese altisonanti anche se poco conosciute poiché l’immaginario collettivo comune vede le Motoguzzi come muli da soma, inarrestabili, affidabili, ma non sportive… e invece i palmarès sono numerosi. Nel museo di Caorle fa bella mostra di sè anche una rara “Corsa due valvole”, potente, veloce e molto rara.
Insieme alle tante moto esposte, vi sono anche le tre Motoguzzi (Falcone Turismo, Falcone Sport ed Astore) che nel 2007 sono andate da Caorle a Capo Nord con, alla guida, Adriano Trevisan, Giovanni Marafon e Mario Bolzan: oltre 4mila km percorsi in 17 giorni tra pioggia, alci e tempeste di neve. Una avventura indimenticabile di cui ha lungamente parlato la stampa e che ora è documentata dalle foto e dal video dell’impresa che verrà a breve illustrata in un incontro serale a questa dedicato.»
Dopo il taglio del nastro, lo scorso venerdì 2 luglio, una folla di curiosi ha costantemente visitato le sale del museo riempiendo di domande gli organizzatori, i quali hanno potuto riscontrare il forte interesse che tale mostra esercita e potrà stimolare anche nei mesi futuri. – π

CaorleMare Magazine - luglio e agosto 2007

