La storia di San Gaetano

La nascita del borgo agricolo iniziata nel 1756 nelle Prese X e XI. Dai Basadonna ai Franchetti. A fine ‘800 fu la baronessa Luisa Sara De Rothschild ad acquisire anche i terreni delle Prese VII, VIII e IX

La storia di San Gaetano ha sempre affascinato i caorlotti ed il mondo aristocratico veneziano e italiano non solo per la derivazione dai domini della Serenissima, ma soprattutto per il lustro dei personaggi che l’hanno fondato e frequentato. 

Raimondo Franchetti senior, nato a Livorno nel 1828 e morto a Reggio Emilia nel 1905, aveva sposato a Vienna nel 1858 Luisa (Sara) De Rothschild del barone Anselmo, nata a Francoforte nel 1834 e morta a Venezia nel 1924. Luisa parlava solo in francese ed era appassionata di pianoforte, studiato con Liszt. Loro figli furono Alberto, Edoardo e Giorgio.

Qui vogliamo anzitutto mettere a fuoco la storia della Tenuta Franchetti dalle sue origini, attingendo a piene mani dalla monografia edita dal più importante esperto di storiografia ed archeologia caorlotta di questi tempi: l’arch. Paolo Francesco Gusso, che oltre ad aver ispirato la costituzione di un Comitato per salvare San Gaetano dalla distruzione e l’oblio, e presentata lo scorso 20 febbraio, al momento di portare all’attenzione pubblica – e soprattutto della politica locale – la necessità di un urgentissimo e indifferibile intervento di ristrutturazione e riqualificazione del complesso rurale e del palazzo Franchetti (o più precisamente Palazzo Contarini).

Foto di Pierluigi Marchesan

Ma andiamo con ordine. Le origini di questa landa, in prevalenza lagunare e paludosa rientrante nel territorio caprulano – già suddiviso nel 1691 in Prese (vedi Paolo F. Gusso “Le Venti Prese della Laguna di Caorle”, 2017) dalla Serenissima, interessata a vendere terreni – datano 1756, quando i 1.800 ettari che costituivano la Decima Presa (tutta la Palude di Marango ricompresa tra Fiume Lemene e Canale Nicesolo incluso il borgo di San Gaetano) e Undicesima Presa (l’attuale Valle Franchetti, a ridosso del Nicesolo) furono acquistati all’asta da Angelo Basadonna e Alvise Contarini, il quale in seguito rimase unico proprietario ed edificò l’attuale Palazzo villa padronale.

Ma è un secolo più tardi, tra il 1879 e il 1900, che intervengono i Franchetti per acquisire un territorio che dovesse diventare una azienda agricola integrata in un latifondo che sarebbe arrivato fino alla Franzona in quel di Concordia Sagittaria. Le acquisizioni sono però intestate alla moglie di Raimondo Franchetti senior, ovvero la baronessa Luisa Sara De Rothschild – del ramo viennese della celebre famiglia di finanzieri europei. Nel 1879 acquistò da Giò Battista Giacomelli 1.185 ettari (nelle Prese Prima e Decima); nel 1880 acquistò da Carlo e Adele Contarini 645 ettari in Decima Presa; due anni più tardi, dagli stessi acquistò 77 ettari in Settima Presa; l’anno dopo, il 1883, acquistò da Giobatta Giacomelli i 760 ettari dell’Undicesima Presa; e via via con altre piccole acquisizioni tra le quali, nel 1887, l’intero alveo del Canale delle Navi dal Demanio Nazionale. E nel 1900 acquistò da Antonio Borin 30 ettari oltre il taglio del Riello nella parte di Ottava Presa, diventando proprietari di 2.900 ettari di terreni, di cui 2.390 in comune di Caorle e 510 in comune di S. Stino di Livenza. Intanto, nel 1898 avevano già acquisito dalla Cassa di Risparmio di Verona, da Amedeo Moro e da Luigi Dal Moro, 420 ettari che costituiscono la Tenuta Franzona in comune di Concordia Sagittaria. Un latifondo complessivo di 3.320 ettari.

Altro elemento storico sono le opere di bonifica dei terreni acquitrinosi, agevolato dalle leggi del Regno d’Italia del 1882 che permettevano di finanziare anche gli interventi dei privati per opere di bonifica che migliorassero le condizioni igieniche dei luoghi infestati dalla malaria ma anche la produttività agricola, essenziale per il popolo italico. In quell’epoca nascevano i Consorzi di Bonifica.

Nel 1881 furono realizzate lo Stradone Franchetti, le Strade Fortuna e Casere attraverso la Nona Presa. E nel 1892 fu costruito il ponte girevole in ferro tra le due rive del Fiume Lemene (il precedente risaliva a vent’anni prima, scorrevole e in legno).

Avendo oramai bonificato oltre mille ettari, la produzione agraria diventò imponente negli Anni ‘20: frumento (2.000 q.li), frumentone (6.500 q.li), avena (500 q.li), uva (200 q.li), bozzoli (500 kg), bestiame (500 capi).

La popolazione residente toccava i 450 abitanti, poi cresciuta fino ai 1600 nel 1950, dei quali 250 nel borgo di San Gaetano, una sessantina in località Marango e ben 1300 nelle case coloniche sparse nelle campagne.

Dopo la morte di Raimondo Franchetti senior, il 30 ottobre 1905, i figli Alberto, Edoardo e Giorgio si disinteressarono della Tenuta e l’attività continuò sotto la direzione della madre De Rothschild, che quindi va individuata come la vera fautrice dello splendore agrario delle Tenute Franchetti e Franzona, con compiacimento anche della popolazione che nel frattempo aveva visto realizzate nuove e salubri case coloniche, assieme alle barchesse, agli stalloni, e a tutti quegli edifici che oggi sono destinati alla rovina, se non verranno presto recuperati e restaurati.

 

Della perigliosa vita del nipote barone Raimondo Franchetti junior (Firenze 1889 – Cairo 1935) , figlio del musicista Alberto (Torino 1860 – Viareggio 1942),  ricco imprenditore e ammirato esploratore della Dancalia Etiopica, Commendatore dell’Ordine Coloniale, Cavaliere della Legion d’Onore di Francia, sposato a Venezia nel 1921 con Bianca Moceniga del conte Mario Leone Rocca e della N.D. Contessa  Moceniga Lauretana Mocenigo (Venezia 1901 – Roma 1958) e dei loro figli Simba, Lorian, Raimondo Nanuk e Afdera, tratteremo in un prossimo articolo.