Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, accoglie la proposta proveniente dal G20 Spiagge. In elaborazione una nuova Legge per sostenere i Comuni.

Delle cospicue necessità e priorità che gravano sulle città turistiche a carattere stagionale balneare se ne parla già da diversi anni. Sono quelle cittadine di dimensioni piccole nei mesi invernali, ma che nei 3 mesi d’estate triplicano e quadruplicano il numero di persone in soggiorno. Di riflesso, vengono aumentati di molto i servizi da garantire alla collettività, sia infrastrutturali che gestionali. Servono più strade, più parcheggi, più servizio di sicurezza e vigilanza, più servizio di asporto rifiuti. E poi la gestione delle spiagge, dalle attrezzature alla sicurezza nella balneazione. Insomma, una serie di costi che sono a carico della comunità residente.

La richiesta del G20-Spiagge
Di questo argomento se ne è molto parlato il 2 febbraio scorso nel network del G20 spiagge, e successivamente presso la sede del Ministero del Turismo nel corso di un incontro fra il sindaco di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, che è coordinatrice del G20Spiagge e della Conferenza dei Sindaci del Litorale di Venezia, ed il Ministro del Turismo Daniela Santanchè. È stato l’inizio di un percorso teso ad ottenere il riconoscimento dello “Status di Città Balneare”.
«È una necessità trasversale, sentita da tutti i colleghi sindaci – ha dichiarato Roberta Nesto. Ci lavoriamo da almeno 5 anni e anche le nostre proposte potranno contribuire a creare l’ossatura di una legge con la quale lo Stato renderà più efficace e giusto il nostro lavoro. Il tema è complesso proprio perché coinvolge diverse competenze e tocca diversi ministeri.
Le cosiddette “città a fisarmonica”, che passano da 10 o 15 mila abitanti a oltre 100 o 200 mila nel corso dei mesi estivi, potrebbero utilizzare un insieme organico di regole con le quali gestire nel modo più efficace una delle leve economiche importanti del Paese. L’impatto sul PIL del comparto turistico balneare non solo è rilevante in quanto tale, ma favorisce la conoscenza del territorio e contribuisce alla ricchezza culturale e produttiva di queste aree.
L’esigenza di rivedere molti parametri che determinano il quotidiano amministrativo dei sindaci del balneare – la dotazione del personale, la sicurezza, l’ordine pubblico, la salvaguardia costiera, i delicati temi del demanio marittimo, la fiscalità – forma un elenco lungo e condiviso da tutte le città del mare. Alle tematiche amministrative consuete oggi si sono aggiunti anche gli aspetti legati al PNRR sui quali, non considerando la particolarità di queste località, il legislatore non ha previsto modalità soddisfacenti per poter accedere ai fondi.»
«Ringrazio il Ministero e il Ministro Santanchè – conclude Roberta Nesto – per aver avviato un confronto proficuo con i sindaci del balneare mettendo così a frutto le nostre esperienze. L’obiettivo che tutti noi abbiamo è di garantire un miglioramento della qualità della vita ai residenti e di creare nuove opportunità di sviluppo alle nostre comunità: così sapremo rendere migliore la nostra offerta turistica.»
«Il tema dello Status di Città Balneare – ha aggiunto il sindaco del Comune di Arzachena-Costa Smeralda (Sassari), Roberto Ragnedda – verrà affrontato nell’annuale focus che si terrà da 3 al 5 maggio ad Arzachena: sapremo produrre, insieme a tutti i sindaci del G20Spiagge, un lavoro utile, frutto di una esperienza amministrativa importante e decisiva per il buon esito della nuova legge.»
Quale futuro per il nostro Turismo
Intanto, la Conferenza dei Sindaci del Litorale di Venezia ha presentato, nelle settimane scorse, lo studio “Spiagge Venete: che fare?” curato dal prof. Paolo Feltrin dell’Università di Trieste.
Già lo scorso anno i sindaci riuniti nella Conferenza dei Sindaci del Litorale Veneto avevano deciso di avviare uno studio per analizzare la situazione passata e presente riferita al turismo dei loro territori, in modo da uscire dalla fase di incertezza che il Covid aveva causato durante la precedente stagione balneare.
Uno strumento utile ad avviare una pianificazione strategica per consolidare e rafforzare le posizioni dei territori costieri sul mercato nazionale e internazionale.
Il dossier: “I Comuni della costa veneta – Società, economia locale, pianificazione strategica” era stato presentato nei comuni alla presenza anche delle associazioni di categoria, degli operatori turistici e altri soggetti istituzionali.
Quest’anno lo studio ha visto un aggiornamento e un ampliamento, concentrandosi sull’analisi dei flussi turistici nell’anno post-pandemico e cercando anche di rispondere alla domanda che in tanti, nel biennio covid, si sono posti: “Nulla sarà come prima?”.
Tutto, però, parte dall’avere strumenti che servono a far star bene tutti nei nostri territori, cominciando dai residenti arrivando agli ospiti. Perché solo con una comunità che sta bene si può essere accoglienti.
«La stagione 2022 è andata bene – conferma il prof. Feltrin –. La previsione che il post covid sarebbe andato tutto a favore delle spiagge venete si è rivelata azzeccata. Il problema che si pone ora è: cosa succederà adesso in avanti? Non tanto per il 2023, ma negli anni a venire. Tutti tendiamo infatti a dimenticare il covid e a ripensare ai grandi viaggi. Serve allora interrogarsi su come si possa aumentare la competitività delle spiagge venete».
Lo studio ha identificato tre indicatori fondamentali:
«Bisogna far sentire il turista come fosse a casa sua – spiega Feltrin -. Dandogli tutto quello che può trovare nel suo territorio in termini di qualità dei servizi, delle abitazioni, del vivere a casa sua.
La seconda questione riguarda le infrastrutture. Da un lato il turista vuole il rispetto dell’ambiente, ma vuole anche arrivare vicino alla sua meta. Su questo c’è ancora un Veneto arretrato rispetto alle spiagge emiliane che riduce la competitività.
In ultima analisi serve un sistema di offerta completo, che coinvolga ristorazione, offerta alberghiera, tempo libero, ecc. Far trovare quindi all’ospite un pacchetto completo, non comune per comune, ma in un’area vasta. Ragionare in questi termini è la sfida dei prossimi anni.»
Le nostre Destinazioni hanno peculiarità diverse, mercati diversi, non c’è concorrenza tra le varie località; ecco quindi che avere una visione comune aiuta, perché le Spiagge di Venezia stanno cercando di condividere delle strategie unitarie.