Elezioni regionali in autunno

Rinviato anche il referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari a Roma

La pandemia non ha solamente sconvolto la nostra quotidianità, ma ha anche scompaginato il calendario delle scadenze elettorali.
Nel 2020 i cittadini veneti avrebbero dovuto recarsi ai seggi in almeno due occasioni: la prima per votare il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e la seconda per le elezioni regionali.
REFERENDUM
La data del referendum costituzionale era stata inizialmente fissata per il 29 marzo scorso: gli italiani avrebbero dovuto votare per l’approvazione del testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, ovvero sulla riforma che riduce sensibilmente il numero dei deputati, da 630 a 400, e dei senatori, da 315 a 200. Lo scorso 5 marzo, però, la consultazione referendaria è stata rinviata a data da destinarsi dal Governo Conte a causa della pandemia da Covid-19.
Quando le condizioni sanitarie lo permetteranno, gli italiani potranno tornare a votare per approvare o bocciare la riforma costituzionale: trattandosi di referendum costituzionale non sarà previsto quorum, per cui la modifica costituzionale sarà approvata con qualsiasi affluenza se i consensi supereranno i voti sfavorevoli.
REGIONALI
Il Veneto, inoltre, così come Campania, Liguria, Puglia, Toscana e Marche, avrebbe dovuto votare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno per l’elezione dei Governatori regionali ed il rinnovo dei consigli regionali. Anche qui il Covid-19 ha però costretto il Consiglio dei Ministri a varare il decreto legge 26 del 20 aprile 2020 che ha stabilito, tra l’altro, che gli organi elettivi regionali a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020 durino in carica 5 anni e 3 mesi e che le elezioni si svolgano nei 60 giorni successivi a tale termine o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori.
Facendo due conti, la scadenza degli organi regionali è stata prorogata dal 31 maggio al 31 agosto, mentre le elezioni saranno indette dai presidenti regionali al più presto per domenica 6 settembre o, al più tardi, per domenica 8 novembre.
In questo caso i veneti dovranno scegliere tra confermare al timone della regione l’attuale presidente Luca Zaia (Lega) o dare la fiducia ai candidati del Partito democratico Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, o del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti, uscito vincitore dalle primarie pentastellate.
AMMINISTRATIVE
Caorle, invece, non andrà al voto nel 2020 per le elezioni amministrative. La scadenza del mandato dell’attuale Amministrazione comunale è prevista, infatti, per la primavera del 2021: il sindaco Luciano Striuli è stato eletto nel 2016 (secondo mandato).
In questo momento ancora nessuna forza politica o coalizione civica ha ufficializzato i propri candidati. Diversi nomi sono circolati come voci di corridoio ma più che altro al solo fine di “nascondere” le trattative che porteranno, nell’arco di qualche altro mese, a svelare i veri candidati alla carica di primo cittadino.