Alla Don Moschetta nessun contagio da Covid-19

RSA – Protezioni, misurazione della temperatura e niente visite di familiari

Operatori dell’Ulss4 sottopongono personale e
ospiti della Rsa alla prova sierologica.

Mentre in tutta Italia si sta consumando il dramma delle residenze per anziani, dove si sono registrati centinaia di contagi da Covid-19 e di decessi, fino ad oggi la casa di riposo “Don Moschetta” è stata risparmiata da questo “flagello”. Ovviamente il rischio per potenziali contagi in futuro non può dirsi azzerato, ma l’Azienda Speciale che gestisce la struttura ha sin dall’inizio di marzo adottato misure straordinarie per garantire la sicurezza degli ospiti. “Non siamo usciti dalla fase di emergenza – spiega il Direttore della Casa di riposo Paolo Giacopello – quindi non possiamo fare previsioni per il futuro. Sin dall’inizio della crisi, abbiamo adottato un protocollo quadro di gestione del rischio all’interno del quale abbiamo definito una ventina di procedure che hanno normato soprattutto l’attività del personale dipendente che, avendo ancora contatti con l’esterno, può rappresentare il principale veicolo per eventuali contagi”. Dal 5 di marzo, infatti, la casa di riposo è stata interdetta ai familiari ed a tutti i fornitori di alimenti e materiale ai quali è stato imposto lo scarico della merce all’esterno della struttura. “Ai direttori della Rsa è stata data la facoltà di consentire, in casi eccezionali, gli accessi ai familiari – prosegue il direttore Giacopello – ma abbiamo ritenuto che ci fossero troppi rischi e quindi non sono state concesse deroghe. Per garantire i contatti tra gli ospiti ed i familiari abbiamo dotato la struttura di tablet per permettere le videochiamate. Il personale assicura l’assistenza agli anziani durante le chiamate, ma devo dire che per i nostri ospiti è ormai diventata una prassi acquisita. I nostri uffici, inoltre, ogni settimana contattano le famiglie per verificare eventuali ulteriori esigenze. Stiamo valutando per il futuro di adattare un ambulatorio per consentire ai familiari di vedere gli ospiti rimanendo all’esterno della struttura attraverso una barriera in plexiglass, ma dobbiamo attendere il via libera da parte dell’Ulss4”. Quanto alle procedure interne adottate per ridurre il rischio di contagi, la Don Moschetta già dall’inizio di marzo ha imposto a tutti gli operatori la misurazione della temperatura prima dell’ingresso nella struttura, oltre alla comunicazione di eventuali sintomi influenzali. È poi stato adottato un protocollo per la vestizione che prevede che all’interno della casa di riposo venga indossato vestiario che non ha avuto contatti con l’esterno. “Sin da subito abbiamo dotato tutto il nostro personale di presidi sanitari come mascherine e guanti – aggiunge il Direttore – ed abbiamo creato dei percorsi differenziati per chi ha contatti con l’esterno e chi con i pazienti. Ora ai dipendenti delle cucine è imposto di rimanere sempre all’interno di queste, mentre per il personale amministrativo si è da subito adottato lo smart working”. All’interno della casa di riposo è stata creata anche un’area di isolamento dove vengono ricoverati i pazienti che presentano un qualunque sintomo influenzale e gli ospiti che rientrano nella struttura dopo un periodo di ricovero ospedaliero. “Abbiamo 76 ospiti in questo momento nella casa di riposo che frequentemente necessitano di cure ospedaliere” conclude Giacopello. “Quando questi rientrano in struttura dopo un ricovero in ospedale, li trasferiamo immediatamente nel reparto di isolamento per un periodo di 14 giorni. I dipendenti che lavorano in questa area sono dotati di tutti i dispositivi sanitari in uso nei reparti Covid ospedalieri. Finora non abbiamo avuto casi di coronavirus, ma qualora dovesse capitare saremo pronti ad affrontare l’emergenza. Le misure adottate alla Don Moschetta hanno già subito due controlli, da parte dell’azienda sanitaria e dei Nas, e sono state giudicate corrette”. Da segnalare, infine, che l’azienda Don Moschetta continua ad assicurare il servizio di assistenza domiciliare: in questo caso il personale entra nelle case con protezione totale (camice, calzari, mascherina, guanti, maschera per gli occhi) ed esegue sempre misurazioni della temperatura sia al paziente che ai suoi familiari.

Prelievo di sangue