Settecento anni dalla morte di Dante Alighieri: il giornalista ha presentato a Caorle il libro “A Riveder Le Stelle”. Ospite d’onore il celebre cantante toscano che ha accompagnato con letture emozionali il racconto della Commedia.

Nel settecentenario della sua morte, il Sommo Poeta italiano Dante Alighieri è infine giunto anche a Caorle.
Per la rassegna culturale “Caorle Oltremare”, il noto scrittore e giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha presentato lo scorso 23 giugno in Piazza Vescovado il suo ultimo lavoro, il libro “A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia” (Mondadori, 2020), accompagnato da un partner d’eccezione: la rockstar italiana Piero Pelù, che si è esibito nella lettura di alcuni passi tratti dalla Divina Commedia.
Il celebre cantante, che con Dante condivide le origini fiorentine, ha dato un’impronta del tutto nuova e rock alla lettura dell’opera dantesca, originale ed estrosa come nel suo stile, nonché drammaticamente musicale con le strofe trasformate in una vera e propria partitura in cui nulla è stato lasciato al caso: tonalità, pause, legature, note lunghe e note brevi.
Con un tono decisamente innovativo, Piero Pelù ha recitato alcuni dei brani più celebri e distintivi della Commedia, dallo smarrimento nella selva oscura e l’apparizione di Virgilio a Dante (Inferno, Canto I), all’incontro del Poeta con gli sfortunati amanti Paolo e Francesca (Inferno, Canto V), dallo struggente discorso dell’eroe greco Ulisse (Inferno, Canto XXVI) al patriottico passo “Ahi serva Italia, di dolore ostello” (Purgatorio, Canto VI), nel quale Dante si abbandona ad una triste considerazione sullo stato bellico della penisola. In relazione a questi due ultimi brani, la rockstar si è esibita rispettivamente in L’isola che non c’è di Edoardo Bennato, le cui immagini riprendono particolarmente le avventure del mitologico Re di Itaca, e in Povera Patria di Franco Battiato (con il saluto del cantante al Maestro siciliano da poco scomparso) nel cui testo ritroviamo lo stesso grido di protesta del Sommo Poeta, che dopo sette secoli rimane attuale.

Dal canto suo, Aldo Cazzullo ha guidato il pubblico attraverso la scoperta di Dante e del suo essere uno dei forgiatori dell’Italia, grazie all’idea del nostro Paese che ha riportato nella sua opera.
Un percorso che racconta l’attualità di Dante, che non solo ci ha dato una lingua ma anche moltissime espressioni e modi di dire che sopravvivono tutt’ora. Ci ha anche parlato dei vizi di allora che sono gli stessi di oggi, delle sofferenze, delle riscosse, senza mai perdere di vista l’opportunità che nasce dall’essere “italiani”, dal vivere una terra straripante di bellezze nella quale la poesia ha origine quasi spontanea.

Il passaggio finale del viaggio nel mondo di Dante è riservato alla donna, il capolavoro di Dio, la donna-angelo che nell’opera dantesca porta il nome di Beatrice e il cui compito è condurre il Poeta alla salvezza.
È con il passo del Canto XXXIII del Paradiso “Vergine madre, figlia del tuo figlio” che Piero Pelù ha concluso la serata, salutando gli spettatori con alcuni dei versi più incantevoli dell’opera di Dante Alighieri:
«A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e il velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.»