«IO DIFENDO LA MIA CASA!!!» Gli abitanti del quartiere chiedono con forza la sdemanializzazione dell’area

Un messaggio di orgoglio e di rabbia per una situazione paradossale in uno Stato di diritto. Scritto su un lenzuolo bianco che non ha il sapore della resa, perché rappresenta l’ennesimo atto di una lunga battaglia che vede opposti i residenti di Falconera alla “sorda” burocrazia italiana.
Da fine marzo sui davanzali delle abitazioni di via dei Casoni sono esposti teli bianchi che riportano la scritta: “Io difendo la mia casa. La politica termini ciò che ha iniziato per via dei Casoni”.
Come ha spiegato Rudi Brichese, portavoce del comitato che riunisce gli abitanti del quartiere, si tratta di un richiamo all’opinione pubblica ed agli esponenti politici, che nel corso degli anni si sono espressi in favore dei residenti, a dare una risposta concreta all’annoso problema che affligge una trentina di famiglie.


La vicenda è ormai ben nota: le famiglie sono nate e cresciute in queste abitazioni edificate diversi decenni fa in un’area che dal demanio marittimo non è mai stata trasferita al patrimonio del Comune di Caorle nonostante sia stata oggetto di urbanizzazione da ormai oltre mezzo secolo e più.
Un’area che, secondo i residenti del quartiere, ma anche secondo il Comune di Caorle e la Regione Veneto, ha perduto da tempo i caratteri propri della demanialità. Formalmente, però, tutta la zona rimane ancora demaniale e questo ha portato all’avvio di un’inchiesta giudiziaria da parte della Procura di Pordenone, con diversi abitanti finiti sotto processo con l’accusa di occupazione abusiva di area demaniale.
Anche la macchina amministrativa si è attivata: il Comune di Caorle, ritenendolo un atto dovuto non differibile, ha emanato tre ordini di demolizione per le tre abitazioni delle famiglie che non avevano mai presentato, nel corso degli anni, alcuna richiesta di sanatoria.
La vicenda di Falconera è dunque più che ingarbugliata, con situazioni giuridiche diverse tra le famiglie residenti.
La soluzione più agevole, da più parti invocata (anche dal Comune e dalla Regione) è una legge di sdemanializzazione da parte del Parlamento, sul modello di quella approvata poco tempo fa per le case di Riva del Lusenzo nel Comune di Chioggia (che però non vale per Falconera).
Una sorta di “colpo di spugna” su tutta la vicenda che permetterebbe poi, una volta perfezionato il passaggio dei terreni al Comune di Caorle, di definire le cessioni dei terreni ai residenti. Operazione che dovrebbe però essere eseguita con particolare attenzione e trasparenza, per evitare possibili speculazioni immobiliari in un’area delicata dal punto di vista ambientale, essendo la porta d’accesso alla Laguna di Caorle.
Tornando al messaggio lanciato alla politica da parte dei residenti, c’è la speranza che la nuova maggioranza di governo, di cui fanno parte nuovamente Lega e Movimento 5 Stelle (i due partiti che più si sono interessati a Falconera negli ultimi anni), possa permettere di raggiungere quell’intesa parlamentare che permetterebbe di arrivare all’auspicata sdemanializzazione.

Articolo di Riccardo Coppo