Bibliografia Caorlotta
Alla scoperta degli autori che hanno raccontato storie e documenti della nostra città

Caorle nella storia. Una città che nasce ben più di duemila anni fa, in tarda Età del Bronzo (XIII secolo a.C.); i suoi primissimi insediamenti risalgono a molto prima della nascita di Roma e di Venezia.
Un’isola tra mare e laguna – abitata da pescatori – che ha vissuto anni di gloria ma anche di miseria. Sede vescovile per un millennio. Negli anni Caorle ha cambiato completamente volto, tra bonifiche, costruzioni, e infine l’urbanizzazione con il turismo, che si svilupperà solo nel XX secolo.
Intraprendiamo questo viaggio alla scoperta degli Autori che hanno scritto di Caorle nei loro libri, la “Bibliografia Caorlotta” appunto. La nostra città nel tempo, le nostre radici, il nostro passato, i luoghi da dove proveniamo.
Grazie a questi Autori la nostra storia rimarrà indelebile per sempre, impressa nelle righe di questi preziosi volumi, che tramanderemo in futuro ai nostri figli, e ai figli dei loro figli.
Il nostro proposito, dunque, vuole essere quello di presentare storie e documenti, e risvegliare il lume della conoscenza del nostro passato.
Caorle, Caprulæ, Sylva Caprulana...
La nostra Isola ebbe nel tempo diversi nomi
La storia della città di Caorle, narrata da Trino Bottani, medico e storico vissuto a Caorle a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, racconta la vita nei secoli scorsi del nostro paese, che come molti sapranno era un’isola paludosa, abitata da pescatori che vendevano il pregiato pesce di mare e laguna ai mercati delle città come Concordia e Venezia.
Nei primissimi capitoli del volume viene descritta la Caorle dell’epoca, i confini del comune (che fino al 1807 comprendeva anche Torre di Mosto e fino al 1929 l’attuale Bibione), l’importante e trafficato Porto di S. Croce alla foce del Livenza, a due passi da Porto delle Donzelle – l’attuale Porto Santa Margherita, o il Porto della Madonna dell’Angelo.
L’Isola di Caorle ebbe nel tempo varie denominazioni: Sylva Caprulana, Capritana, Caprensis, Insula Capriæ, Caprulæ, Capraria, Capritana, Ægida, Petronia.
L’etimologia di Sylva pare che provenga da un’antica selva che esisteva nell’Isola, e dalle capre che la abitavano. Molti nomi derivano da specie animali che abbondavano nei prati, ad esempio Equilo – Jesolo.
«Caorle, considerata nella sua prima origine, può vantare d’essere stata popolata prima di Venezia, come abbiamo di sopra indicato; e se sorelle chiamavansi le dodici isole della Venezia marittima pe’ loro eguali rapporti e bisogni, Caorle senza riguardo, per la sua antichità, sorella maggiore può dirsi a Venezia, giacché Caorle e Grado fiorivano quando Venezia non aveva presa ancora superiore rappresentanza alcuna. […]»
Rifugio dalle orde barbariche
Concordiesi e Opitergini si rifugiarono nell’isola
Uno sciame di nazioni settentrionali, come i Goti, i Tartari e gli Unni, invasero i confini romani, arrivando presto nelle città di Aquileja, Opitergium e Julia Concordia.
I Tartari ed i Goti furono i primi. Nel 407, quando i barbari erano arrivati nelle terre del Friuli saccheggiando qualsiasi cosa trovassero nella loro strada, incutendo terrore e crudeltà, una gran folla di famiglie giunse a rifugiarsi nell’isola di Caorle da Concordia e dalle città del Trevigiano. I caorlotti, come apprendiamo, offrirono sincera ospitalità e sicuro asilo.
Pochi anni dopo, nel 452, arrivò Attila alla testa degli Unni, e gli effetti furono ancor più devastanti. Aquileja fu rasa al suolo, così come Concordia, Oderzo, Eraclea e altre città terrestri. Ma i Veneti cercarono di resistere vigorosamente, tanto che 17mila Unni perirono.

Sede Vescovile
Il Duomo fu “cattedra” del Vescovo per mille anni
Le origini dell’insediamento del primo Vescovo a Caorle sono ancor oggi incerte. Sicuramente però il Vescovado è durato per circa mille anni, fino al 1807, quando il decreto napoleonico dell’11 maggio soppresse la diocesi di Caorle, che fu unita al Patriarcato di Venezia. L’ultimo Vescovo Giuseppe Maria Peruzzi fu trasferito a Chioggia.
«La sua traslocazione fu molto pesante al cuore de’ Caorlesi, per la perdita che hanno fatto di un sì degno e pio Prelato».
I vescovi che si successero nella diocesi di Caorle furono più di sessanta. Tre volte all’anno giungevano nell’isola caprulana, cioè alle Feste di Pasqua, Assunta, e Natale, e si trattenevano solitamente un mese per ciascuna volta.
Diversi peraltro vi risiedettero tutto l’anno, e particolarmente Monsignor Francesco Trevisan Suarez, che occupò la Cattedra per trentun anni (1738-1769). Egli morì improvvisamente a Venezia e la sua salma fu trasportata a Caorle e tumulata nella Chiesa della Madonna dell’Angelo, da lui fatta riedificare nel 1752.